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Obama consegna al Congresso le «regole» per uccidere con i droni
ARTICOLO
In tre anni 386 «strike» L'ultima base di lancio realizzata in Arabia Saudita. In attesa della futura «capitale mondiale»: Sigonella
Antonio Mazzeo (da Il Manifesto del 10 febbraio 2013)


Il presidente Barack Obama chiederà al Dipartimento di Giustizia di fornire al Congresso l'accesso ai documenti classificati che autorizzano l'uso di droni per uccidere cittadini statunitensi residenti all'estero accusati di terrorismo. La dichiarazione alla stampa di un rappresentante dell'amministrazione Usa è giunta a conclusione dall'audizione di John Brennan, neodirettore della Cia. Proprio mister Brennan è stato tra i fondatori nel 2004 del Centro nazionale per il contro-terrorismo che ha teorizzato e messo in pratica la caccia globale ai «terroristi» con i sistemi d'intelligence più sofisticati, a partire appunto dai velivoli senza pilota armati di missili.

drone

Sino a oggi il governo si era sempre opposto alla consegna al Congresso di documenti secretati sull'uso dei droni. Qualche giorno fa però undici senatori (8 democratici e 3 repubblicani) avevano chiesto con una lettera aperta la pubblicazione integrale della documentazione in possesso del Dipartimento di Giusitizia, minacciando in caso contrario di votare la sfiducia alla nomina di John Brennan a capo della Cia e di Chuck Hagel quale Segretario della Difesa. Con la sua decisione, Obama punta a coinvolgere il Congresso nella messa a punto di una cornice giuridica per le operazioni internazionali sempre più crescenti dei nuovi sistemi a pilotaggio remoto.
Il presidente spera soprattutto di stemperare le polemiche scoppiate dopo che la rete Nbc ha rivelato l'esistenza di un memorandum di sedici pagine in cui l'amministrazione legittima gli omicidi selettivi con i droni dei «principali leader operativi di al-Qaeda o di una forza associata», compresi eventuali cittadini statunitensi, «anche se non esiste prova che abbiano pianificato l'esecuzione di un attacco contro il paese».
Secondo l'emittente televisiva, il memorandum sarebbe stato messo a disposizione dei membri del Senato e dei comitati d'intelligence nel giugno 2012, a condizione che non venisse discusso pubblicamente. Dalla lettura del testo si è appreso che per ordinare le esecuzioni extragiudiziarie basta che un funzionario «di alto livello» e con «conoscenza di causa» abbia determinato che il target è stato implicato «recentemente» in «attività» che rappresentano una minaccia di «attacco violento» e che «non ci sia l'evidenza che esso abbia rinunciato o abbandonato queste attività». Una formulazione contorta e stigmatizzata dalle organizzazioni per i diritti civili. «Quella dell'amministrazione Obama è un'idea concettuale che non è in grado di accertare né l'imminenza né la specificità della minaccia», ha dichiarato Dixon Osburn, direttore di Human Rights First. «I principi accettati dalle leggi internazionali richiedono però entrambe le condizioni».
Il memorandum pubblicato da NBC News sarebbe una versione ridotta di un documento top secret di 50 pagine redatto nel 2010 dall'Ufficio legale del Dipartimento di giustizia per giustificare l'esecuzione di un cittadino statunitense, Anwar al-Awlaki, accusato del tentato dirottamento di un aereo sui cieli di Detroit nel 2009. Al-Awlaki fu poi assassinato in Yemen nel settembre 2011 grazie a un missile sparato da un drone.
Questo tipo di attacchi sono ormai diventati routine. Solo negli ultimi tre anni sono stati documentati 385 strike in Pakistan e Yemen a fronte dei 46 eseguiti durante gli otto anni del presidente Bush. Sempre più spesso gli attacchi causano «effetti collaterali» come la morte di donne, bambini e anziani. L'osservatorio indipendente DronesWatch è stato in grado di dare un nome a 132 minori assassinati tra Pakistan e Yemen.
I droni letali della Cia e del Pentagono vengono fatti decollare da alcune basi in Medio Oriente e in Corno d'Africa. L'ultima è stata realizzata nel giugno 2011 in una località segreta dell'Arabia Saudita sotto la supervisione dello stesso Brennan. Ma è in Sicilia, all'interno della grande base di Sigonella, che le forze armate Usa e Nato lavorano per creare quella che hanno eufemisticamente definito la futura «capitale mondiale dei droni». Nel silenzio e nell'ignavia del governo e del parlamento italiano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Webmaster: Carlo Anibaldi