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DIAZ: "Puro esercizio di violenza"

Motivazione sentenza

Il 2 ottobre 2012 la Cassazione ha depositato la sentenza n. 38085. Ben 186 pagine per illustrare le motivazioni della condanna definitiva - emessa il 5 luglio 2012 - per funzionari e alti vertici di polizia coinvolti nei fatti di violenza del 21 luglio 2001alla scuola Diaz di Genova. Fu «un puro esercizio di violenza», si legge nella sentenza, che specifica: «l’assoluta gravità sta nel fatto che le violenze, generalizzate in tutti gli ambienti della scuola, si sono scatenate contro persone all’evidenza inermi, alcune dormienti, altre già in atteggiamento di sottomissione con le mani alzate e, spesso, con la loro posizione seduta in manifesta attesa di disposizioni, così da potersi dire che s’era trattato di violenza non giustificata e punitiva, vendicativa e diretta all’umiliazione e alla sofferenza fisica e mentale delle vittime».

I giudici di Cassazione, confermando la condanna della Corte d’appello di Genova, hanno sottolineato in particolare «l’odiosità del comportamento di chi, in posizione di comando a diversi livelli come i funzionari, una volta preso atto che l’esito della perquisizione si era risolto nell’ingiustificabile massacro dei residenti nella scuola, invece di isolare ed emarginare i violenti denunciandoli, dissociandosi così da una condotta che aveva gettato discredito sulla Nazione agli occhi del mondo intero e di rimettere in libertà gli arrestati, avevano scelto di persistere negli arresti creando una serie di false circostanze, funzionali a sostenere così gravi accuse da giustificare un arresto di massa». Un comportamento quindi di «consapevole preordinazione di un falso quadro accusatorio ai danni degli arrestati».

Dall'allora capo della polizia - si legge nella sentenza n. 38085- era giunta la direttiva di affidare al servizio centrale operativo, il compito di effettuare perquisizioni, in particolare presso la scuola ‘Paul Klee’, sospettata di essere il rifugio di appartenenti al gruppo violento dei cosiddetti ‘black block’, che in quei giorni del G8 avevano proceduto impunemente a mettere a ferro e fuoco Genova.

Sulla “macelleria messicana” verificatasi alla scuola Diaz di Genova il luglio 2001, la Corte di Cassazione evidenzia che era stata data alla mobile una sorta di «carta bianca, preventivamente assicurata fin dalla fase genetica dell’operazione … di cui hanno usufruito tutti i capi squadra in assenza appunto di alcuna programmazione».

Una legittimazione che «ha lasciato liberi tutti gli operatori di usare la forza ad libitum»; e a chi era a capo del reparto «benché presente sul campo e in grado di apprezzare anche l’evolversi degli eventi dall'intervenire» allo scopo «di far cessare le violenze».



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