La
Disprassia è l’incapacità di compiere movimenti
volontari, coordinati sequenzialmente tra loro, in
funzione di uno scopo. La Disprassia è un problema
dell’organizzazione del movimento che può anche
influenzare il modo di apprendere di un bambino a
scuola. È più comune nei ragazzi piuttosto che nelle
ragazze e può comportare goffaggine, problemi
nell’organizzare il lavoro e nel seguire delle
istruzioni. L’aspetto caratterizzante della
disprassia è la non corretta esecuzione di una
sequenza motoria che risulta alterata nei requisiti
spaziali e temporali e spesso associata a movimenti
non richiesti (paraprassie) con la conseguenza che
l’attività motoria anche se eseguita con rapidità ed
in modo apparentemente abile, può essere del tutto
inefficace e scorretta nonostante siano integre le
funzioni volitive, la forza muscolare, la
coordinazione e la disposizione a collaborare. La
disprassia può essere associata spesso a problemi di
linguaggio, di percezione e di elaborazione del
pensiero. Il linguaggio può essere semplificato
nella struttura sintattico-grammaticale ed alterato
negli aspetti articolatori, la percezione inadeguata
nell’integrare le informazioni periferiche e nel
correlarle all’azione, il pensiero scarsamente
organizzato nei vari contenuti. Il bambino
disprassico utilizza le funzioni che ha acquisito in
modo stereotipato, con strategie povere e ridotte
alternative. Tramite la pratica continuativa può
acquisire funzioni e svolgere senza grosse
difficoltà le attività della vita quotidiana. La
povertà di strategie e le ridotte abilità di
generalizzazione rendono tuttavia difficoltosa
l’acquisizione di nuovi compiti e il trasferimento
di soluzioni strategiche già acquisite.
Nel bambino disprassico si riscontra una ridotta
capacità di rappresentazione dell’oggetto su cui
agire, dell’intera azione e delle sequenze che la
compongono. Difficoltà di pianificazione, ad avviare
i programmi, a prevedere il risultato, a controllare
le sequenze e l’intera attività, a verificare e
eventualmente correggere il piano d’azione.
Il soggetto disprassico ha difficoltà a:
-
fare i lacci alle scarpe
-
abbottonarsi
-
scrivere
-
disegnare
-
copiare, scrivere
-
assemblare puzzle
-
cotruire modelli
-
giochi di pazienza
-
giochi di costruzione
-
giocare a palla
-
lanciare ed afferrare una palla
-
fare attività sportive
-
comprendere percorsi
-
nel linguaggio: articolazione di parole, fonemi
All’osservazione può presentare:
-
goffaggine: caratterizzata ma movimenti
impacciati, alterati nelle sequenze temporali,
maldestri e poco o affatto efficaci;
-
posture inadeguate, dipendenti da scarsa
consapevolezza del proprio corpo, le quali
interferiscono sia sul mantenimento di un buon
equilibrio sia sulla coordinazione del
movimento;
-
confusione della lateralità con difficoltà ad
orientarsi nello spazio e di trovare il proprio
posto in una situazione nuova;
-
problemi di consapevolezza del tempo con
difficoltà nel rispettare gli orari e nel
ricordare i compiti nella giornata;
-
ipersensibilità al contatto fisico e problemi a
portare vestiti in modo confortevole;
-
problemi nell’eseguire attività fisiche come
correre, prendere ed usare attrezzi, tenere la
penna e scrivere;
-
ridotto sviluppo delle capacità di
organizzazione, con conseguenti evidenti
difficoltà nell’eseguire attività che richiedono
sequenze precise;
-
facile stancabilità;
-
scarsissima consapevolezza dei pericoli;
-
comportamenti fobici, compulsavi ed immaturi.
Come potete aiutarlo a casa
- Incoraggiare vostro figlio ad organizzare se
stesso quando deve vestirsi o spogliarsi (per
esempio,”l’ultimo pezzo che togli è il primo che
rimetti”).
- Avere una lavagnetta con delle note per
ricordargli ciò che deve essere fatto e in quale
ordine.
- Avere compiti di breve durata, se può concentrarsi
per cinque minuti, smettere dopo cinque minuti e
riprendere più tardi.
- Essere sicuri che non ci siano distrazioni (per
esempio il suo programma preferito in TV o il cane
che gioca vicino) quando sta cercando di fare
qualche compito.
- Fargli molte lodi ed incoraggiamenti.