L’informazione ha
raggiunto la sua deriva.
Lo si capisce anche dai
premi prestigiosi di
giornalismo d’autore
come il
Guidarello di Ravenna,
che nel passato è stato
assegnato a Moravia,
Biagi, Bocca,
Montanelli, Del Buono,
Berselli, Angela,
Minoli, la giuria,
presieduta dall’onnipresente
Vespa,
quest’anno ha deciso di
darlo alle gemelle
Kessler.
Complimenti!
La
deriva è inarrestabile.
Un esempio: la
trattativa tra la mafia
e pezzi delle
istituzioni, di cui sono
in corso le udienze
preliminari che servono
per decidere se il
processo si deve fare o
meno, in tv l’argomento
è scomparso.
L’informazione,
spegnendo le luci, sta
dando una mano a chi non
vuole che si scopra la
verità. Gli imputati,
oltre ai capi della
mafia, sono eccellenti:
Dell’Utri,
Mannino,
l’ex presidente del
Senato
Mancino
e gli alti ufficiali dei
Ros
Mori,
De
Donno
e
Subrani.
Una notizia che andrebbe
raccontata con molta più
attenzione è quella che
il gup ha accolto la
costituzione come parte
civile, non solo del
Comune di Palermo, del
Centro Pio La Torre, del
movimento Agende Rosse
di Borsellino, ma anche
della Presidenza del
Consiglio dei Ministri.
Questo significa che un
pezzo dello Stato si
pone contro un altro
pezzo dello Stato.
Con il trascorrere del tempo mi convinco sempre più che Grillo ha ragione quando dice ai suoi di non partecipare a certi talk televisivi, marchettifici, più o meno consapevoli, dei partiti. La politica è il tema principale dell’approfondimento tv, il resto è contorno.
Il miglior fico del bigoncio Rai è Report. L’ultima puntata (realizzata da Sigfrido Ranucci a cui andrebbe assegnato il premio Guidarello al posto delle signore del dadaumpa), è stata dedicata alla “rete” di Ponzellini (arrestato sei mesi fa), l’ex presidente della Banca Popolare di Milano, che per statuto avrebbe dovuto finanziare le piccole e medie imprese, invece, “negli ultimi anni si sarebbe trasformata in bancomat per i molti politici e imprenditori, sempre grati”. Nell’inchiesta emergono nomi noti al pubblico che guarda i talk show: La Russa, Santanchè, Brambilla, seguiti da Romani, Bossi, Urso, Calderoli, Dell’Utri, Giani Letta, Tremonti, Milanese e i fratelli Berlusconi, compreso l’attuale ministro dell’economia Grilli.
Altro tema inesistente è l’accattonaggio. Gli homeless in Italia sono quasi cinquantamila, il 59% stranieri e il 61% ha perso il lavoro. Dato raccolto attraverso le presenze nelle 370 mense e 434 dormitori di 158 comuni. L’autocensura colpisce più della censura.