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ODIO FACEBOOK…UN PO’

Quantcastdi Carlo Anibaldi



 Stavolta ne parlo un po’ male vā, altrimenti scambio la dipendenza per affetto e invece tocca stare all’erta. Un posto dove tutti i gatti sono bigi, dove i normali sembrano idioti e gli idioti normali. Il peso di una osservazione costante da parte di sconosciuti mi agita, nonostante alla fine č proprio l’attenzione che andiamo cercando….e pure le dinamiche di gruppo…o se volete del branco. Non ho mai tollerato il controllo, nč ho mai gradito che estranei si facessero gli affari miei, proponessero chat o confidenze tanto improvvise quanto incongruenti e fastidiose. Qualche giorno fa un signore mi ha chiesto amicizia e dopo un quarto d’ora mi č arrivata la richiesta della mail privata, dove mi č giunto un .pdf di 200 pagine con tutta la sua vita con foto a corredo. Parecchi non conoscono il limite delle cose, nč capiscono i termini esatti della loro invasione pseudoaffettiva. Nč hanno riflettuto sul fatto che dietro lo schermo ci siano persone e sensibilitā. Ho detto basta a tutto ciō a pių riprese…senza successo. Basta ai rapporti di plastica. Basta agli attentati alla mia privacy, alle vendette e alle ritorsioni infantili di certuni. Ho imparato a mie spese che i socialnet non farebbero per me, ma tant’č…si diventa un po’ dipendenti. Amo le persone che sanno costruire un rapporto interpersonale senza enfasi, senza promesse non sollecitate….semplicemente vivendolo giorno per giorno. Ma il tempo di coltivare rapporti in questa societā schizzata e in queste cittā trappola, non c’č pių…e fioriscono allora questi surrogati della vita stessa. Se il computer desse anche da mangiare per alcuni sarebbe la mamma, sorella, amante e moglie.

Amo chi si mette in contatto con delicatezza, senza entrare a gamba tesa raccontandomi la sua vita dopo cinque minuti o ore o giorni di ‘amicizia’….che mica sono il prete o lo psicocoso tascabile. Amo chi mi chiede: ”cosa intendevi dire quando hai scritto..?”… e non passa direttamente agli insulti.

Amo chi non mi chiede di diventare suo fratello sul profilo fb e poi se ne sbatte quando sto muto venti giorni….che in quel tempo potrei essere giā stato cremato e disperso. Amo chi non ”tradisce” un’amicizia nč in tempo di pace nč in tempo di guerra. Amo chi sa mantenere la parola data o un segreto…anche se i segreti si sa, funzionano solo in amore, talvolta e per un po’, quasi mai in amicizia. Amo chi non giudica e piuttosto si domanda ”…e se fosse successo a me?”

Odio chi si comporta come un gatto pur non essendolo…in quanto si sa che solo ai gatti č concesso di sentirsi al sicuro se solo si tolgono il nemico da davanti agli occhi…trascurando che gli si vede tutta la coda…..

Amo chi sa ascoltare. Amo chi non usa mai toni autoritari. Amo chi non ha ideologie. Amo chi sa pensare a un mondo diverso senza aggrapparsi alla speranza.

Amo chi odia la speranza e lā non si ferma a guardare il proprio ombelico. Amo chi protegge e aiuta gli indifesi. Amo chi sa parlare con lo spazzino a tu per tu….perchč quello sei tu con un po’ meno di fortuna.

Amo chi ama i libri e comprende la loro importanza. Amo chi sa costruire gli aquiloni o sogna di librarsi in volo buttandosi da un parapendio. Amo il mare e la sua profondita’…il suo mistero. Amo la vita nonostante non riesca quasi mai a viverla come vorrei.

Odio chi afferma che un tempo non c’erano le lampadine e si viveva lostesso…si rideva e si piangeva, si amava e si odiava…sottintendendo che sia cosa da nulla tornare ai lumi ad olio. In realtā la sola libertā che ci possiamo concedere č quella di spegnere la luce di tanto in tanto.

[Carlo Anibaldi]

 

 

 

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