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   ANNO CORRENTE
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Il valore della Libertà
di Rosa Gimmelli

 

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia. Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore. Dal Discorso agli Ateniesi - 461 a.C. - Pericle

 

Dal discorso di Pericle si evince l’importanza di partecipare alla vita politica, e in una moderna Democrazia lo si fa attraverso il voto. L’art. 48 della Costituzione ricorda che il voto è un “dovere civico”,oltre che un diritto; ma con il tempo i nostri politici si  sono  dimenticati che tale gesto deve essere accompagnato da un enorme responsabilità dell’eletto verso i propri elettori. Dal voto emergono maggioranze e opposizioni che dai contrapposti ruoli determinano la politica del Paese. Ciò avviene nella maggioranza delle Democrazie occidentali. Ma in Italia no, sotto questo aspetto siamo un‘anormalità. Questa situazione è iniziata già dal dopoguerra per motivi di politica internazionale, per cui abbiamo avuto una democrazia bloccata, che escludeva dal governo del Paese l’opposizione, ma è proseguita in modo ancora più deteriore dopo la caduta del Muro. Si è volutamente fatto passare per cambiamento il crollo dei vecchi partiti in seguito a Tangentopoli, si è fatto credere che bastasse il cambiamento di una legge elettorale, dal proporzionale puro al maggioritario, in seguito ad un Referendum, tra l’altro non rispettato, per essere proiettati in una “nuova Repubblica”, nulla di più falso e deleterio ai fini della democrazia. Si è arrivati a concepire una legge elettorale, l’attuale, che non da’ alcuna possibilità di scelta all’elettore. Si è aggirata la Costituzione perché essa non è mutata, nè nei suoi aspetti fondamentali, né nella forma dello Stato  ed affida ancora il compito di scegliere il Primo Ministro al Capo dello Stato. In quest’ultimo ventennio abbiamo assistito e assistiamo a cosiddette maggioranze variabili, per cui si vota per un determinato partito che si colloca all’’opposizione, e lo si ritrova al governo alleato dell’avversario. Per non parlare delle squalificanti compravendite di parlamentari che passano da uno schieramento all’altro con grande disinvoltura, facendo venire meno quel principio di responsabilità verso i propri elettori. L’Italia è da sempre afflitta anche dal clientelismo e dalla compravendita dei voti durante le elezioni, con questo sistema si sono creati dei veri e propri feudi, soprattutto a livello degli Enti locali, direttamente collegati al parlamentare di riferimento a livello nazionale. Il voto sembra essere diventato un “mercato” che in realtà danneggia solo chi è fuori dal Sistema, praticamente la maggioranza degli elettori perché, esso (sistema) protegge e gratifica solo i pochi fedelissimi che lo circondano, lo proteggono, lo nutrono, non chi lo combatte, lo critica e non  l’accetta. Inoltre si sceglie liberamente quando si è informati sui fatti e sulla gestione del potere correttamente, ma anche questo è venuto meno, l’informazione è asservita ai partiti di riferimento e manipola, falsifica, esclude e deforma la realtà. Quindi intorno ad un “dovere civico” si è costruito un sistema truffaldino, mirante alla conservazione del Potere di una ristretta cerchia di individui che indipendentemente dal sentire dei cittadini che liberamente votano e scelgono, permangono al potere, magari cambiando sigla o alleato. A  questo punto bisognerà chiedersi a cosa serve votare? Quale aspetto del sistema si va ad intaccare e a modificare se i personaggi che si propongono di volta in volta sono gli stessi che hanno creato i problemi? Si è veramente liberi e consapevoli nel momento della scelta? In una situazione del genere acquista valore etico e visibilità politica, a mio giudizio, il NON VOTO, perché in questa scelta si concentra, non solo il rifiuto dell’esistente, ma anche la libera e dignitosa volontà di chi non vuole  sentirsi accumunato ad uno Status decadente e illiberale o a scelte postume che non condivide.

 


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